Stai navigando con un browser obsoleto. Clicca qui e aggiorna il tuo browser per avere una migliore esperienza di navigazione.

Scoprire il WiMu

Cos’è il WiMu

WiMu il museo che racconta il rapporto fra uomo e vino
« Non un luogo dove si apprende come si fa il vino, ma un luogo che parli del rapporto tra "noi" e "lui". » François Confino

Sono tanti i musei del vino, nel mondo. Il WiMu si differenzia perché ne racconta la dimensione culturale e lo fa in modo poetico.

Racconta il rapporto fra uomo e vino. Più antico delle grandi civiltà, costante e profondo. Che accompagni il defunto nell’oltretomba egizio, esalti i devoti di Dioniso nei suoi riti, animi i banchetti dei Greci o conquisti il cuore d’Europa con i Romani, il vino è da sempre compagno dell’uomo. «Esalta l’allegria o mitiga lo spavento»*. Come un buon amico. Il WiMu racconta questa amicizia.

*Sonetto del vino, Jorge Luís Borges

 

Biglietti e info

Orari

Il WiMu è aperto tutti i giorni 
dalle 10.30 alle 19.00 ultimo ingresso alle 18.00.

Seguiteci sui nostri canali social!

 

Contatti

Tel. +39 0173 386697
Email: info@wimubarolo.it

Cos'è il WiMu

Quello che ancor oggi è il più innovativo museo del vino in Italia e uno tra i più importanti al mondo ha aperto i battenti nel settembre 2010.

Siamo nelle Langhe, famose nel mondo per il vino e i suoi paesaggi, patrimonio Unesco. E siamo in un castello dalla storia millenaria.

Frutto dell’estro di François Confino, autore degli allestimenti di mostre e musei in tutto il mondo, propone un viaggio interattivo ed emozionale nel mondo del vino, prodotto e produttore di cultura, capace di accompagnare l’evoluzione di intere civiltà, permearne le espressioni artistiche e plasmare il volto di interi territori.

Proprio questo legame stretto con l’uomo e l’intreccio delle rispettive storie – trasversale a innumerevoli civiltà – “spiegano” il WiMu. Come ha chiaramente espresso lo stesso Confino: «Ho visitato diversi musei dedicati al vino nel mondo. Ma nessuno di essi racconta la dimensione straordinaria e culturale del vino.  E per me, invece, era fondamentale creare un percorso di visita poetico. Non un luogo dove si apprende come si fa il vino, ma un luogo che parli del rapporto tra noi e “lui”».

Il percorso di visita è un’immersione nella cultura del vino: la suggestione di addentrarsi nei suoi miti corrisponde alla discesa fisica dalla terrazza panoramica alle cantine del castello, sede dell’Enoteca Regionale del barolo.